Addio Sconcerti, il ricordo di Condò: “Non dimenticherò mai quando venne in Gazzetta”

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Dopo Mihajlovic che fa ancora scalpore, a lasciare senza parole è stata anche la tragica morte di Mario Sconcerti. A ricordare l’ex giornalista di Rai e Sky c’è Paolo Condò il quale rilascia queste parole sui social: “Quando si seppe che Mario sarebbe venuto alla Gazza da vicedirettore, noi ragazzi di redazione (io, de Calò, Bianchi, Martucci, Max Perrone, altri) non riuscivamo a crederci. Troppo bello. Il regista del fantastico Sport di Repubblica avrebbe certamente puntato sui giovani. Ricordo come ora il giorno in cui la luce dell’ufficio che gli avevano preparato si accese, e nel lungo corridoio di via Solferino ci avvicinammo dalle varie redazioni (non c’era l’open space, allora) per vederlo. La porta era socchiusa, lui di spalle stava scrivendo un pezzo. A un certo punto qualche maldestro fece rumore, Mario si girò e capì di essere l’oggetto dello spettacolo. “Tutti dentro, avanti, presentatevi”.

La processione dei giovani – eravamo una decina, in una redazione piuttosto attempata – gli mise addosso una grande allegria. Strinse la mano a tutti, e a ciascuno disse una cosa che gli fece pensare “cazzo, Sconcerti mi legge!”. Quando ami il tuo lavoro e hai la fortuna di mettere assieme il pranzo e la cena, si vive di soddisfazioni: quella fu potente per tutti, come ci raccontammo poi a cena. Il debito di riconoscenza che ho nei confronti di Mario, dalla Gazzetta a Sky passando anche per altre situazioni, è enorme, e rammento la rabbia di quando seppi che se ne sarebbe andato dalla Gazza. Fu quello spiritello maligno di Max Perrone a informarmi, ma in modo crudele. Era il giorno in cui Martucci si sposava con Luisa Premier. De Calò e io dovevamo passare a prendere Max alle 9, arrivammo un’ora dopo. Lui era furibondo. Scese in strada e sibilò “adesso vi punisco: Sconcerti va via”. Gelo. Ecco, il dolore che provo adesso è simile a quello”.

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