Mazzarri: “Inter? Molte persone non vedevano l’ora che me ne andassi. Oggi non accetterei mai”

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Intervistato dal Corriere dello Sport, Mazzarri torna a parlare della sua esperienza all’Inter terminata con l’esonero. Le sue parole a riguardo: “Ho pagato l’antipatia di persone che non vedevano l’ora di attaccarmi e farmi fuori. Di Inter, quell’anno, c’era solo la maglia nerazzurra, basta dare un’occhiata alla formazione per rendersi conto che non era competitiva, non all’altezza del nome che portava. Con l’esperienza che ho oggi non avrei probabilmente accettato, anche se l’Inter è un posto prestigioso. Quando alleni un club di quell’importanza devi poter disporre di una squadra potenzialmente da primi tre posti, altrimenti preparati a essere contestato ogni tre giorni.

Un grande equivoco, quell’esperienza. Anche se poi, rispetto a chi è arrivato dopo e a chi mi aveva preceduto, ho fatto meglio. Io quinto, loro ottavi. A volte sento allenatori di squadre importanti che accampano molte più scuse di quelle che accampavo io. Quando perdi non puoi dire ‘la squadra non è all’altezza del club, del suo blasone’. Se pensi al Napoli, dove ho fatto la storia e si perdeva poco, la quota degli alibi era praticamente azzerata. Certe etichette te le appiccicano addosso quando sei costretto a mentire, a difendere il gruppo. Nel calcio perdi poche volte se hai i campioni, se invece sei costretto ad arrangiarti per portarla a casa, il segno della croce non basta. Uno schema riesce meglio se chi lo esegue ha qualità, non sbaglia lo stop, rispetta i tempi di gioco, non fa saltare i sincronismi. Questo è l’abc. Se fai tutte le cose per bene e nel momento in cui arriva la palla dove vorresti che arrivasse, quella rimbalza, cioè cade su un piede poco educato, addio buone idee. E l’allenatore che c’entra? Quando si valutano gli allenatori bisogna considerare il valore del gruppo. La tecnica si può e si deve migliorare, ma a tutto c’è un limite. È inutile che l’allenatore abbia mille idee, prepari schemi a destra e sinistra, se poi basta uno stop sbagliato per annullare ogni sforzo. Non c’è niente da fare: i tempi di gioco li detta la tecnica”

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