ESCLUSIVA – Amoruso: “L’Inter in serie A è ancora la più forte ma il Napoli sarà una rivale pericolosa”

 In Interviste Esclusive

La sosta di Ottobre volge al termine e le nazionali affrontano gli ultimi match tra cui la Nations League. A far discutere però è stato il caos relativo alle curve che ha visto coinvolte Milan e Inter, e tra i protagonisti maggiormente colpiti c’è stato Inzaghi finito nella lente d’ingrandimento. Tale episodio ha scosso il tecnico al tal punto di fargli valutare il futuro a Milano? A questo quesito e non solo è intervenuto telefonicamente in esclusiva a Passionecalcio.eu l’ex calciatore Lorenzo Amoruso

Ad aver fatto clamore specialmente durante la sosta è stato il caos relativo alle curve che ha visto coinvolte Milan e Inter, che idea ti sei fatto a riguardo e come è possibile che ancor oggi esista questa problematica in un calcio moderno? La replica di Spalletti su Inzaghi non poteva essere tranquillamente evitata al fine di evitare un caso polemico inutile, e secondo te il ct fa bene a sottolineare che non deve scusarsi e chiarire

“E’ difficile poter spiegare il motivo percui va avanti questo problema, e avviene principalmente in Italia in cui le leggi ci sono ma non vengono applicate in maniera rigorosa, ma leggera e questi ultras che non sono tifosi ma dei delinquenti fanno come vogliono e questo crea danni alla squadra e mi auguro certamente che tutto questo finisca prima o poi. Spalletti? Tutti hanno diritto di poter dire quello che vogliono, ma deve anche rispondere di ciò che dice e sapere il peso delle parole che pronuncia, questo non vuol dire che ciò che dice il ct o chiunque altro su tale argomento sia legge, ma ripeto se si è sentito di esprimersi cosi ha fatto bene perchè ha semplicemente commentato una domanda che gli è stata fatta dai giornalisti”

L’Inter i giornali hanno sottolineato ha fatto quadrato su Inzaghi, secondo te doveva esporsi con un duro comunicato o la linea societaria è stata corretta per te? Questo caos, i trofei vinti, e i traguardi raggiunti devono far riflettere ad Inzaghi al fine di valutare il suo futuro a Milano? Chi giocatore ritieni a fine ciclo e con chi lo cambieresti?

“E’ normale che un club difenda il proprio tecnico, specialmente se quest’ultimo è la persona che ha consentito a quella società di vincere diversi trofei. Per quanto riguarda il futuro di Inzaghi io sono sicuro che ne il tecnico piacentino e ne la società meneghina vogliano concludere il ciclo di quest’ultimo, specialmente perchè Inzaghi ha ancora gli stimoli per raggiungere altri obiettivi importanti con l’Inter essendo una persona ambiziosa, e i campioni d’Italia sono una squadra che ha ancora tanto da dare sia in Italia, che in Europa. Come dice anche Inzaghi vincere è difficile ma ripetersi è ancor piu complicato. Giocatori a fine ciclo? Difficile poterlo dire, è vero parecchi sono avanti con l’età ma la rosa non è piena di anzianotti ed è un organico messo bene che può ancora dire la sua, e queste sono questioni delicate su come ringiovanire la rosa ma è anche vero che seppur non in maniera totale subito, molto spesso il restyling va fatto”

Alla luce di queste prime partite di campionato, l’Inter la ritieni ancora la più forte oppure l’inizio prorompente di Napoli e Juve deve essere un campanello d’allarme per Inzaghi e i suoi? Se dovessi analizzare Motta, Conte e Inzaghi qual è secondo te la caratteristica che li accomuna, e quale il pregio e il difetto di loro tre?

“L’Inter senza dubbio è la squadra più forte e da battere perchè ha una struttura sia a livello di organico che tattica di tre anni e sta facendo bene con un il giusto mix di giocatori interessanti e nuovi innesti di cui aveva bisogno. La rivale più accreditata dei nerazzurri sicuramente la vedo più nel Napoli visto che non ha le coppe e poi ha dalla sua anche il fatto di avere un top allenatore come Conte e gli acquisti fatti che sono stati di livello, per quanto riguarda invece la Juventus la vedo anche lei forte ma più che altro nelle primissime partite, e invece ora vedo la situazione un po’ più problematica, e non è una squadra continua. C’è da dire anche che Thiago Motta è un ottimo tecnico ma non ha l’esperienza che otterrà sicuramente con il tempo, che hanno invece sia Conte che Inzaghi. Cosa li accomuna? La voglia maniacale di fare a tutti i costi bene ed essere perfetti, mentre se devo dire un difetto è difficile trovarli perchè per farlo bisogna vivere tutti e tre più da vicino”

A tenere banco in casa Juve è la situazione realizzativa di Vlahovic, che idea ti sei fatto e se secondo te la causa del problema in zona gol del serbo coincide col rinnovo o è il classico periodo no dei centravanti? Non sarebbe ideale per Motta e per il serbo che quest’ultimo giochi con lo schema tattico di quando era alla Fiorentina?

“Vlahovic è un centravanti che vive d’istinto ed è un giocatore completo capace anche di aiutare la manovra offensiva della propria squadra. Al serbo sicuramente come ogni centravanti basterà pochissimo per poter ritornare a segnare come lui sa fare, ed ha dalla sua il fatto anche che la Juventus ha anche cambiato sistema di gioco e quindi c’è bisogno di tempo per capire tatticamente cosa succede in campo con le nuove idee del nuovo mister. Giocare come a Firenze? Ogni tecnico adatta il suo calciatore come meglio crede, e ogni realtà è senz’altro diversa dalle altre”

A far discutere che sia per elogi o critiche in casa Juventus è il mercato di Giuntoli che è stato importante, quale ritieni l’acquisto estivo più azzeccato e quale per te non c entra nulla? La Champions sarà un problema per la Juve nella corsa scudetto?

“Io sinceramente negatività nella rosa della Juventus non ne vedo e poi c’è da dire che siamo ancora alla 7°gornata di serie A e quindi è ancora presto per poter dare un giudizio. Tanti campioni in Italia inizialmente hanno fatto fatica come per esempio Platini o Zidane per citarne due, la squadra di Motta è un organico giovane e importante che dire se vince immediatamente non lo so ma certamente ha l’obiettivo primario di fare meglio delle scorse annate specialmente nel piazzamento in classifica, e anche nel modo di porsi in campo anche se già qualcosa lo si nota basta vedere che i bianconeri ad ora hanno subito solamente una rete contro il Cagliari tra l’altro su calcio di rigore”

Lucarelli ha dichiarato che Castellanos aveva bisogno di tempo per poter esplodere e incidere nella Lazio. Sei d’accordo con l’ex attaccante, oppure ritieni che l’addio di Immobile sia stata per lui una sorta di scossa emotiva, definitiva per rendere e incidere al meglio? Lo possiamo considerare uno dei nuovi leader del gruppo?

“Castellanos quando è approdato alla Lazio sapeva benissimo che avrebbe dovuto fare i conti con un icona importante biancoceleste quale era Immobile, e era a conoscenza che quest’ultimo era il titolare in attacco ma nonostante questo l’ex Girona è stato comunque bravissimo a farsi trovare pronto e a mostrare quanto valeva. Il suo rendimento elevato non c’entra nulla col fatto che Ciro abbia lasciato la capitale, definirlo leader però direi di no perchè io un giocatore lo definisco tale magari più un centrocampista anziché un attaccante, e poi il leader è colui che lavora in silenzio e che mette la squadra al primo posto e poi dopo viene lui e l’esigenza di segnare a tutti i costi, i calciatori di oggi poi hanno poco contatto con i tifosi”

Come giudichi il lavoro di mister Baroni? Ritieni che il suo entusiasmo e la sua energia siano state la ricetta giusta per partire bene quest’anno e far ricredere i tifosi? Secondo te i biancocelesti possono avere lo stesso percorso vincente che ha avuto l’Atalanta in Europa League?

“Baroni ha fatto in questi anni una gavetta importante e sta raccogliendo alla Lazio il frutto di tanto lavoro e tanta esperienza ottenuta nelle annate precedenti tra cui quella di Verona, nel quale ha ottenuto una salvezza insperata e impossibile visto la situazione. Con la Lazio sta creando un gruppo solido e forte, che lo segue e crede in quello che lui trasmette ed è un arma sempre vincente questa. Lazio come l’Atalanta in Europa League? Ogni annata e ogni percorso per giunta europeo è diverso ma ha tutte le carte in regola per far bene e andare avanti, come anche le altre italiane”

Un talento che sta facendo parlar di se è Pisilli, come giudichi il suo percorso e a quale giocatore del passato della Roma o in generale ti senti di paragonarlo per gioco e per il modo in cui ha esordito? Che consiglio ti senti di dare a Pellegrini il quale è sempre al centro di critiche alla luce anche di quanto accaduto col Belgio?

“Giudicare il percorso di Pisilli visto che ha giocato ancora poco è difficile, certo da quello che si è visto fino ad ora è un ragazzo che ha delle buone potenzialità ed ha dalla sua parte il fatto che l’ambiente gli sta trasmettendo tanto entusiasmo e fiducia per far bene, ma non facciamo come al solito i paragoni altrimenti bruciamo un altro potenziale talento, specialmente con calciatori che hanno fatto la storia sia della Roma che del calcio italiano, gli auguro però di essere un grande talento perchè il nostro calcio ne ha bisogno di nuovi campioni. Pellegrini? Di non dar retta alle critiche e a chi gli attribuisce colpe di esoneri di allenatori e lavorare e farsi sempre trovar pronto ad ogni occasione”

In casa Roma inoltre a far discutere è Juric il quale per amore verso De Rossi non è stato accettato ancora totalmente e la scelta ritenuta un salto nel buio, che idea ti sei fatto riguardo l’addio di De Rossi e se secondo te il tecnico croato è pronto per essere la figura di riferimento della squadra giallorossa del futuro

“L’addio di De Rossi ha fatto clamore perchè è un simbolo e un idolo del calcio romano e romanista, e nonostante non avesse allenato molto oltre l’esperienza alla Spal era come giusto che sia nel cuore dei tifosi. Juric sicuramente dimostrerà che può allenare un club come la Roma, ma lo farà anche incontrando club di prima fascia, è un tecnico tosto e saprà farsi valere anche in una piazza difficile come quella di Roma, giudicarlo ora che siamo alla 7°giornata è prematuro”

Ad aver fatto scalpore in questo turno di campionato sono stati i casi Var, come quello di Baldanzi, Come è possibile che, nonostante lo strumento, ancora non si riesca a risolvere questo problema? Sei d’accordo con l’idea del Var a chiamata?

“Il Var è un mezzo tecnologico che va migliorato e tanto, perchè in serie A si stanno dando due pesi e due misure riguardo i calci di rigore, si danno troppi “rigorini” invece il calcio è uno sport fatto di contatto fisico. In campionato si passa o nel concedere rigori al quanto stupidi o non assegnare invece penalty ai quali invece si dovrebbe mostrare più attenzione come l’episodio di Kvaratskelia per il Napoli, o Baldanzi a Monza-Roma visto che entrambi erano nettissimi, e Rocchi ha fatto capire chiaramente dalle sue dichiarazioni che qualcosa deve essere visto di corsa riguardo questo strumento. Il Var a chiamata? Va bene introdurlo ma in 2 o tre chiamate per tempo, e comunque anche in quella circostanza la decisione finale resta lo stesso al direttore di gara, e se venisse introdotto non inciderà sui minuti di recupero finali e sullo spettacolo di una partita”

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