ESCLUSIVA – Bizzotto: “L’arma vincente per lo scudetto dell’Inter è stata l’armonia dello spogliatoio”

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La serie A è alle battute finali, con ancora alcuni verdetti da decretare come ad esempio le zone europee e la lotta per non retrocedere. Per il campionato italiano è tempo comunque di bilanci anche in prospettiva futura e a tal proposito Passionecalcio.eu ha avuto il piacere di sentire telefonicamente il giornalista di Raisport Stefano Bizzotto

Inizi la tua straordinaria carriera nella redazione dell’Alto Adige e da li il tuo viaggio professionale passa per la Gazzetta dello Sport fino ad arrivare in Rai. Come è nata questa tua passione per il giornalismo, avevi un cronista di riferimento che ti ha ispirato e degli aneddoti da raccontare? E’ stato sempre il mestiere che sognavi di fare o l’hai amato nel corso degli anni?

“La professione di giornalista nasce per me come piano B, perchè da bambino io volevo fare il calciatore e fino ai 14 anni ci sono riuscito e giocavo come terzino. Al termine della mia esperienza ho iniziato a fare il cronista in modo che tale professione mi desse la possibilità di rimanere in contatto con il pallone che è lo sport che mi è sempre piaciuto”

Nella tua lunga carriera oltre che il calcio, racconti anche le imprese sportive di altri sport quale ad esempio i tuffi, ma nel 94 quale è stata la tua prima reazione quando il tuo caporedattore ti ha incitato a raccontare le gare dei tuffi visto che a quel epoca conoscevi poco la disciplina? Che differenzi noti tu personalmente a livello emozionale come cronista nel raccontare una gara di calcio e le medesime di uno sport acquatico?

“Io il mondo dei tuffi non lo conoscevo nei dettagli, seguivo Klaus Di Biasi come sportivo italiano di quel settore ma non ne avevo la conoscenza dettagliata e precisa. La mia reazione? Di paura e timore proprio per questo motivo, ma studiando e prendendo appunti e anche frequentando il centro federale di Bolzano ho imparato moltissimo di questo sport. Per quanto riguarda le differenze, entrambi trascinano ma il calcio ad esempio è movimento mentre nel tuffo tutto è concentrato in quel secondo è mezzo che è fondamentale e decisivo”

Quando è che hai capito di avercela fatta, di essere riuscito a fare il giornalista e quando è invece che hai avuto paura e stavi per mollare tutto? Cosa consiglieresti adesso allo Stefano Bizzotto giovane degli esordi?

“La svolta della mia carriera è stata entrare nella redazione della Gazzetta dello sport, ma se devo dire il momento in cui ho capito che ce l ho fatta non oso perchè sono una persona che pensa che c’è sempre da imparare nella vita, il momento in cui magari pensavo di non farcela è stato quando scrivevo di cronaca nera ed era un tema che non avevo mai trattato. Cosa consiglierei? Io ho cominciato questo lavoro 45 anni fa e nel tempo questo settore si è evoluto specialmente con l’arrivo sei social, ed al tempo stesso le prospettive sono diverse però ciò che suggerirei è essere umili, aver voglia di imparare e anche conoscere le lingue che è fondamentale”

Nel 2018 tu hai scritto un libro Giro del mondo in una Coppa dove racconti le varie storie dei mondiali anche drammatiche e di carattere politico, ma se dovessi far finta di essere un giornalista del futuro e dovessi scrivere un libro sul calcio di oggi da dove partiresti e quali imprese racconteresti?

“Io ho scritto un altro libro da poco che è una sorta di proseguo di Giro del mondo in una Coppa, in cui parlo di eventi cardine nel mondo del calcio. Se dovessi essere un giornalista del futuro e scrivere un libro del genere mi baserei proprio su questo ossia cercare gli episodi storici del mondo del calcio e le imprese più iconiche del medesimo”

L’Inter di Inzaghi grazie alla vittoria nel derby contro il Milan si è aggiudicata il suo 20°scudetto, ti chiedo sul gap tra l’Inter e le inseguitrici si è parlato molto ma cos’è che ancora non è stato aggiunto in più? Confrontando gli scudetti di Inzaghi e Conte, il secondo a tuo modo di vedere era più scontato considerando il tecnico leccese esperto di titoli nazionali?

“Sull’Inter è stato detto praticamente tutto sui motivi per cui la squadra di Inzaghi meritasse di vincere lo scudetto, basti pensare ad esempio alla rosa che è ricca. Il tecnico piacentino ha potuto contare su una panchina di livello come ad esempio Frattesi, il quale con i nerazzurri fa panchina ma da altre squadre sarebbe un titolare ed è un giocatore della Nazionale. Lautaro è stato un fattore determinante e non ha avuto cali a differenza di ora ma ormai lo scudetto è acquisito, Thuram anche è stato un giocatore che ha fatto la differenza senza dimenticare la difesa totalmente italiana, e poi l’armonia dello spogliatoio secondo me è stato un fattore fondamentale. Scudetto Conte scontato? Quel tricolore è stato raggiunto anch’esso da una grandissima squadra, ma questo di Inzaghi è stato per il tecnico un modo per togliersi la soddisfazione di non essere solo l’allenatore della Coppa Italia o Supercoppa”

Su quale base deve ripartire l’Inter per il futuro secondo te?

“L’Inter ha un ottima base su cui ripartire per il futuro, come ad esempio la difesa oppure gli esterni, il centrocampo anche è molto forte nonostante alcuni interpreti sono un po’ avanti con l’età come ad esempio Mkhitaryan. Alla squadra nerazzurra serve in particolare una o delle alternative in attacco, visto che Arnautovic e Sanchez non hanno reso come magari Inzaghi si aspettava”

Una delle inseguitrici che ha tenuto testa all’Inter per buona parte della stagione è stata la Juve, confermi anche tu che lo scontro diretto del 4 Febbraio a San siro è stato lo spartiacque fatale per la squadra di Allegri? Il tecnico livornese è l’allenatore giusto su cui la squadra bianconera deve ripartire?

“Il match del 4 Febbraio è stato fondamentale, con la Juventus che comunque è andata aldilà dei suoi limiti, considerando la rosa che non è paragonabile a quella dell’Inter come ad esempio a centrocampo, dove i bianconeri in passato potevano contare su elementi quali Pirlo, Pogba, Vidal per citarne alcuni. La Juve del futuro? Che sia con Allegri o con un altro tecnico, devono essere messi in condizione dal club di fare al meglio il proprio lavoro”

Il nome in pole position per il post Allegri nella Juve è Thiago Motta, secondo te considerando la rosa di oggi chi è che può trarre benefico nel modulo di Motta e chi invece no?

“Thiago Motta al Bologna con il suo modulo ha esaltato le qualità di Zirkzee, quindi se devo pensare a un calciatore che può trarre beneficio direi senz’altro Vlahovic. Mentre per quanto riguarda chi invece non centri nulla non dico nessun nome per il semplice fatto che nessun calciatore è fuori ruolo, anche perchè quest’ultimo è consapevole che deve adattarsi al ruolo che gli da il mister anche se non è il suo”

Ieri sera la Roma non è riuscita per pochissimo a rimontare la gara di Leverkusen, ti chiedo secondo te cosa lascia questa gara alla squadra di De Rossi sotto il punto di vista morale e anche tattico per i giocatori ma anche per il tecnico? Può ripartire da qui in vista di Bergamo, o per te con l’Atalanta sarà una partita completamente diversa?

“Lascia grandissima stanchezza fisica ma anche mentale, e poi per la Roma domenica sarà un altra semifinale da affrontare con l’Atalanta visto che con la squadra di Gasperini si gioca l’accesso alla prossima Champions. De Rossi deve essere bravo a ricaricare la squadra che ha compiuto comunque un impresa leggendaria, perchè considerando l’andata il compito non era semplice, bisogna anche vedere in che condizioni arriva al cospetto di un Atalanta che invece la partita di Europa League l’ha giocata in casa”

Il Milan a fine stagione saluterà Stefano Pioli dopo uno scudetto e una semifinale di Champions, come giudichi globalmente il lavoro del tecnico emiliano? Conceicao è il nome giusto per ripartire?

“Pioli al Milan ha fatto un lavoro ottimo nei suoi anni in rossonero, quindi lo considererei tra i grandi tecnici della storia del club. Con il tecnico emiliano il Milan ha raggiunto traguardi importanti, e ha vinto uno scudetto inatteso che paragonerei a quello vinto da Zaccheroni anch’esso inaspettato ma vinto con le idee. Conceicao? Il fatto che ha giocato in Italia e quindi parlerà senz’altro ancora l’italiano lo può aiutare e saprà tirare fuori il massimo dalla squadra ma gli deve essere permesso di lavorare” 

Con l’approdo in finale di Atalanta e Fiorentina si può finalmente dire che il calcio Italiano è tornato o la Champions resterà una pecca? Ti aspettavi l’addio di Sarri alla Lazio, e se secondo te Tudor è l’uomo giusto per il nuovo ciclo

“L’anno scorso l’Italia aveva portato tre squadre in finale delle rispettive coppe che purtroppo non ha vinto ma ci è arrivata, e se dovessi definire quando è iniziata la rinascita del calcio italiano direi proprio l’anno scorso. Sarebbe bello vincere un titolo europeo visto che l’Inghilterra quest’anno al traguardo finale non c’è e la Spagna eccetto il Real Madrid ha avuto dei problemi con le sue squadre. Sarri? Si e no anche se ce da dire che Lotito non è un personaggio semplice da gestire e poi non mi aspettavo in particolare questi cambi di umore di Luis Alberto visto che è un giocatore fortissimo. Futuro della Lazio con Tudor? Assolutamente si perchè merita di finire questa stagione e di ripartire il prossimo anno con le sue idee”

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